Come molti artisti del Rinascimento, Leonardo organizzava delle feste in onore dei personaggi più importanti del tempo. Creava delle messinscene, disegnava i costumi, inventava macchine meravigliose e si occupava persino degli effetti sonori. Com'è ovvio, di queste opere effimere rimane poco o nulla. Una delle più celebri feste di Leonardo resta la Festa del paradiso e il suo Ballo dei pianeti. Il 13 gennaio 1490, Ludovico il Moro dà una festa per il nipote Jean Galéas. È in gioco l'onore stesso del casato degli Sforza, la festa deve essere grandiosa e Leonardo è chiamato a contribuire.
Non esistono disegni né testi della mano di Leonardo in proposito, ma alcuni contemporanei, tra cui l'ambasciatore francese, si preoccuperanno di farne una descrizione. Lo scenario è sontuoso, il soffitto è nascosto da una volta di piante e le pareti sono ricoperte di pannelli che raccontano le alte gesta degli Sforza. Dopo varie attrazioni, a mezzanotte, Ludovico il Moro compare e annuncia lo spettacolo. Si alza il sipario: una grande cupola rovesciata, dove brillano luminose le stelle, accoglie le nicchie di sette pianeti, ognuno incarnato da un personaggio che si muove e danza a suon di musica. Spettacolo sublime, ma, ahimè, effimero.